Mi sento davvero fortunato per le opportunità vissute durante due giornate intense e stimolanti a Verona. Devo ringraziare la professoressa Laura Lenci per la cura e l’attenzione che ha dedicato al nostro incontro, e colgo l’occasione per ribadire la mia gratitudine a Carla Avanzini, che mi ha permesso di interagire ancora una volta con il personale educativo dei Musei Civici.
Il 10 settembre, nella suggestiva cornice della Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia, ho avuto il piacere di presentare, insieme a Laura Lenci, una conversazione dal titolo "Sguardi educativi sul museo contemporaneo". È stata l'occasione per discutere del mio ultimo libro e riflettere sul ruolo del museo come spazio sociale, un luogo in cui cultura e persone possono incontrarsi e dialogare.
Oltre alla presentazione, ho tenuto due seminari formativi: "Pratiche Sensibili" e "Il museo come Altrove". Questi incontri sono stati momenti preziosi per approfondire l’idea dell’alleanza educativa tra musei e scuole. Ho esplorato come i musei contemporanei possano diventare non solo luoghi di apprendimento, ma spazi di trasformazione personale e collettiva, capaci di promuovere esperienze che risveglino le risorse intellettuali, estetiche e conoscitive dei visitatori. L’obiettivo è stimolare una fruizione consapevole e trasformativa, capace di arricchire la comunità.
Questo workshop è focalizzato sull’intersezione tra arte e benessere all’interno dell’esperienza museale. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di sperimentare attivamente pratiche e strumenti educativi finalizzati a sviluppare un’esperienza artistica più coinvolgente e immersiva.
Cosa sono le pratiche sensibili?
Con “pratiche sensibili” si fa riferimento ad un approccio educativo che coinvolge attivamente il pubblico dei musei e delle istituzioni culturali, incoraggiando un’interazione empatica e personale con le opere d’arte, che diventano un mezzo per esplorare le emozioni, stimolare la creatività e connettersi con gli altri – in altre parole, per favorire il benessere individuale e collettivo.
Cosa abbiamo fatto al Museo di Castelvecchio di Verona?
è stata una giornata intensa e stimolante dedicata alla sperimentazione di nuovi approcci empatici e creativi per vivere l’esperienza culturale all’interno del museo.
Mindfulness al museo
La pratica della meditazione nelle sale del museo, davanti a un’opera, è un’opportunità per fermarsi e vivere pienamente il momento presente. Senza aspettative o giudizi, ma con la volontà di dedicare tempo e spazio a se stessi, per fare chiarezza tra i propri pensieri e ritrovare la ricchezza delle proprie sensazioni.
Durante il workshop “Pratiche Sensibili” al Museo di Castelvecchio di Verona, la meditazione Mindfulness dedicata al respiro è stata la prima pratica che ho proposto.
I partecipanti hanno vissuto un’esperienza immersiva e contemplativa: un momento di calma e piena attenzione, in netto contrasto con la fretta, la superficialità e il consumo compulsivo di immagini che spesso dominano la nostra quotidianità.
Gli ambienti del museo offrono il contesto ideale per respirare, per vivere il qui e ora, aprirsi al proprio sentire ed esplorare la profondità del proprio sguardo.
La pratica dell’osservazione lenta invita a considerare il #museo non come una lista di cose-da-vedere, ma piuttosto come il menù di un ristorante, da cui scegliere con cura l’opera da “gustare” pienamente.
Un quadro o una scultura a cui dedicare tutta la nostra attenzione per un’osservazione prolungata che consente all’immagine di tramettere tutta la sua potenza comunicativa.
Praticare Slow Looking è un’opportunità per esercitare uno sguardo intenso e ravvicinato (close looking), capace di attivare pensieri e immaginazione.
Bastano 5 o 10 minuti di attenzione profonda per scoprire come forme, texture, gesti e storie possano svelarsi in modo nuovo, trasformando il nostro modo di vedere.
Durante il percorso formativo Pratiche Sensibili, ospitato al Museo di Castelvecchio, ho proposto alcune attività per incentivare le relazioni tra i partecipanti, creando occasioni di dialogo e connessione interpersonale.
Questi momenti hanno favorito l’interazione tra sensibilità diverse, generando occasioni preziose di confronto.
L’esperienza condivisa a contatto con l’arte non è stata solo un’occasione per apprezzare le opere, ma ha rappresentato un’opportunità per lo scambio di idee e il confronto tra prospettive differenti.
I musei sono luoghi ricchi di stimoli intellettuali, estetici e conoscitivi, la suggestione del termine "altrove" rappresenta l'idea che i musei possano essere vissuti come contesti capaci di offrire esperienze alternative alla realtà quotidiana, spazi in cui le persone possono essere trasportate in mondi diversi, attraversando la complessità, il tempo e le culture.
Inoltre, in un'epoca dominata dal “consumismo visivo” e da una fruizione spesso superficiale dei contenuti culturali, il museo offre un rifugio contemplativo, in cui è possibile rilanciare lo sguardo e coltivare un'attenzione più profonda.
Durante le 6 ore di corso, abbiamo alternato momenti teorici ed esperienze pratiche nei quali ho guidato i partecipanti a progettare e promuovere esperienze museali che risveglino le risorse conoscitive, intellettuali ed estetiche, stimolando una fruizione consapevole e trasformativa.
Abbiamo esplorato insieme al personale educativo dei Musei Cvici di Verona un lessico ricco di significato: dialogo, reciprocità, leggerezza, creatività, sperimentazione, collegamenti, connessioni, vicinanza, condivisione, empatia, scambi, incuriosire, relazioni, entusiasmo, accoglienza, passione, osservare, trasmettere, ascolto, risonanza, contaminazione...
Queste parole hanno animato il workshop di aggiornamento e le sale della Galleria d'Arte Moderna Achille Forti.
Un gruppo appassionato e preparato di professionalità, con il quale abbiamo sperimentato nuovi approcci per vivere l’esperienza culturale all'interno dei musei.
Attraverso momenti teorici e pratici abbiamo sperimentato come progettare esperienze museali coinvolgenti, capaci di favorire una fruizione consapevole e arricchente, in particolare per le nuove generazioni.