Progetto Aperto
Percorso di inclusione e accessibilità culturale nell’ambito della mostra
“NON PUOI UCCIDERE IL TEMPO COL CUORE”.
A cura di Marco Peri e Consorzio Camù
Il Progetto Aperto intende offrire una proposta per tutto il pubblico con un’attenzione speciale per attivare la partecipazione di quelle fasce più deboli o fragili che abitualmente non vivono gli spazi culturali delle mostre.
Il titolo “Progetto Aperto” vuole rimarcare l'attitudine di ascolto e progettazione partecipata delle iniziative culturali rivolte alle diverse fasce di pubblico.
Attraverso percorsi specifici, co-progettati in collaborazione con enti, associazioni e volontari, ogni percorso è un'esperienza nella mostra che segue il tempo e l'interesse del gruppo dei visitatori, con azioni mirate a differenti pubblici.
Secondo un calendario predefinito la mostra accoglie un percorso di inclusione e accessibilità culturale, improntato al benessere.
Tutta la comunità è invitata a partecipare, le proposte sono aperte a gruppi di età differenti, e coinvolgono Familiari ( persone che si prendono cura – care-givers), ma anche un pubblico aperto e curioso di partecipare.
Ogni percorso è un'occasione per vivere un'esperienza piacevole a contatto con l'arte contemporanea. Con stimoli immersivi e sensoriali si sperimentano diversi approcci comunicativi, esperienziali e interattivi per offrire a ciascuna persona un ruolo da protagonista nell'esperienza dell'arte.
La mostra diventa così un luogo di condivisione e di incontri per creare occasioni di conoscenza e scambi reciproci, che migliorano la qualità dell’esperienza delle persone e favoriscono la crescita di una cultura sempre più inclusiva.
Il titolo “Progetto Aperto” vuole rimarcare l'attitudine di ascolto e progettazione partecipata delle iniziative culturali rivolte alle diverse fasce di pubblico.
Attraverso percorsi specifici, co-progettati in collaborazione con enti, associazioni e volontari, ogni percorso è un'esperienza nella mostra che segue il tempo e l'interesse del gruppo dei visitatori, con azioni mirate a differenti pubblici.
Secondo un calendario predefinito la mostra accoglie un percorso di inclusione e accessibilità culturale, improntato al benessere.
Tutta la comunità è invitata a partecipare, le proposte sono aperte a gruppi di età differenti, e coinvolgono Familiari ( persone che si prendono cura – care-givers), ma anche un pubblico aperto e curioso di partecipare.
Ogni percorso è un'occasione per vivere un'esperienza piacevole a contatto con l'arte contemporanea. Con stimoli immersivi e sensoriali si sperimentano diversi approcci comunicativi, esperienziali e interattivi per offrire a ciascuna persona un ruolo da protagonista nell'esperienza dell'arte.
La mostra diventa così un luogo di condivisione e di incontri per creare occasioni di conoscenza e scambi reciproci, che migliorano la qualità dell’esperienza delle persone e favoriscono la crescita di una cultura sempre più inclusiva.
Progetto Aperto è un modello di esperienza culturale inclusivo e accessibile a tutti, che favorisce l’incontro e lo scambio tra le persone.
#accessibilità #cultura #inclusione
#educazioneestetica #arte #educazionemuseale
#educazioneestetica #arte #educazionemuseale
Progetto Aperto è un percorso multisensoriale per creare uno scambio più intenso e personale nell’esperienza dell’arte.
A contatto vivo con l’universo espressivo di sei artisti contemporanei abbiamo esplorato le possibilità percettive del corpo.
Ogni persona mette in gioco la propria sensibilità per condividere insieme al gruppo attività sinestetiche per l’interazione tra i sensi, esperienze tattili, esperienze immaginative, esperienze di-segno.
A contatto vivo con l’universo espressivo di sei artisti contemporanei abbiamo esplorato le possibilità percettive del corpo.
Ogni persona mette in gioco la propria sensibilità per condividere insieme al gruppo attività sinestetiche per l’interazione tra i sensi, esperienze tattili, esperienze immaginative, esperienze di-segno.
Un museo per tutti
Idee, riflessioni e auspici per un museo accessibile e inclusivo
Un museo è davvero per tutti quando è uno spazio sicuro e accogliente che non trascura le esigenze e la sensibilità di nessuna persona. É un contesto che promuove il rispetto per le diversità e le differenze, che sa accogliere le esigenze dei visitatori più piccoli e delle famiglie, che considera le necessità delle persone più anziane. Un museo è per tutti se è capace di favorire l’accesso ai suoi contenuti sia in termini fisici che culturali.
Le parole chiave sono “inclusione” e “accessibilità”, che in questo contesto significano la volontà di non creare discriminazioni verso nessuna persona. Un museo può dirsi davvero inclusivo se è capace di valorizzare il modo di essere e di partecipare di ciascun visitatore o visitatrice, oltre qualsiasi condizionamento sociale, etnico, anagrafico, di genere, di abilità o livello d’istruzione.
Un museo è accessibile per tutti se è sensibile alle differenti esigenze perché non ci siano ostacoli che impediscano la piena esperienza, in senso fisico, culturale, economico. Per cominciare è essenziale eliminare le barriere architettoniche, attraverso spazi che consentano la libera circolazione per tutte le persone. Naturalmente un museo dev’essere accessibile anche in senso cognitivo, con il superamento delle barriere nella comunicazione e nella mediazione, cioè deve comunicare in modo chiaro e mirato, per supportare i pubblici a vivere esperienze ricche di significato. Un ultimo aspetto non marginale dell’accessibilità è la barriera di natura economica, cioè il museo dovrebbe impegnarsi per favorire l’ingresso ai suoi spazi, ad esempio per mezzo di agevolazioni per giovani, studenti e altre fasce deboli.
Accessibilità e inclusione devono rappresentare un impegno costante che si costruisce favorendo l’esperienza multisensoriale nei percorsi e nelle varie piattaforme di comunicazione, che devono essere progettate per stimolare la partecipazione con tutti i sensi. Aprendo all’intergenerazionale, incentivando la presenza di persone di tutte le età nello staff e nelle azioni educative. Orientando le proprie azioni al crossdisciplinare cioè con la contaminazione tra diversi campi della conoscenza, favorendo combinazioni tra sapere e saper fare.
Il museo contemporaneo dovrebbe essere sempre in grado di ripensarsi con spirito critico per costruire il proprio ruolo nel presente. Perciò deve porsi in ascolto senza pregiudizi e in dialogo attivo con i suoi pubblici.
Un museo è fatto principalmente di persone, perciò deve prendersi cura delle persone che vi lavorano e dei suoi visitatori. Un museo che ricerca l’empatia, capace di essere amichevole, premuroso, solidale, presente e responsabile, consapevole che nulla è possibile senza le proprie comunità. Per essere sempre pronto all’inclusione il museo deve allenarsi alla sensibilità programmando azioni di aggiornamento e di formazione per il personale di tutte le sue aree, con l’obiettivo di sensibilizzare e professionalizzare il proprio staff sui temi dell’accessibilità e della partecipazione delle comunità.
Se l’interesse principale è quello di creare un impatto positivo per la vita delle persone, è indispensabile elaborare al contempo strumenti per misurare il beneficio delle proprie attività rivolte al pubblico, con la costante tensione per crescere e migliorare.
Per andare verso una cultura dell’accessibilità occorre pensare in rete, costruire legami, collaborare, interagire, dialogare con altri musei, associazioni, fondazioni, organizzazioni, che possono supportare il museo verso nuove azioni e obiettivi.
Per il museo contemporaneo è fondamentale mettere in agenda questi temi come un impegno quotidiano, un esercizio permanente di riflessione-azione per trasformarsi, un passo alla volta, verso un museo davvero accessibile e inclusivo per tutte, tutte, tutte le persone.
Le parole chiave sono “inclusione” e “accessibilità”, che in questo contesto significano la volontà di non creare discriminazioni verso nessuna persona. Un museo può dirsi davvero inclusivo se è capace di valorizzare il modo di essere e di partecipare di ciascun visitatore o visitatrice, oltre qualsiasi condizionamento sociale, etnico, anagrafico, di genere, di abilità o livello d’istruzione.
Un museo è accessibile per tutti se è sensibile alle differenti esigenze perché non ci siano ostacoli che impediscano la piena esperienza, in senso fisico, culturale, economico. Per cominciare è essenziale eliminare le barriere architettoniche, attraverso spazi che consentano la libera circolazione per tutte le persone. Naturalmente un museo dev’essere accessibile anche in senso cognitivo, con il superamento delle barriere nella comunicazione e nella mediazione, cioè deve comunicare in modo chiaro e mirato, per supportare i pubblici a vivere esperienze ricche di significato. Un ultimo aspetto non marginale dell’accessibilità è la barriera di natura economica, cioè il museo dovrebbe impegnarsi per favorire l’ingresso ai suoi spazi, ad esempio per mezzo di agevolazioni per giovani, studenti e altre fasce deboli.
Accessibilità e inclusione devono rappresentare un impegno costante che si costruisce favorendo l’esperienza multisensoriale nei percorsi e nelle varie piattaforme di comunicazione, che devono essere progettate per stimolare la partecipazione con tutti i sensi. Aprendo all’intergenerazionale, incentivando la presenza di persone di tutte le età nello staff e nelle azioni educative. Orientando le proprie azioni al crossdisciplinare cioè con la contaminazione tra diversi campi della conoscenza, favorendo combinazioni tra sapere e saper fare.
Il museo contemporaneo dovrebbe essere sempre in grado di ripensarsi con spirito critico per costruire il proprio ruolo nel presente. Perciò deve porsi in ascolto senza pregiudizi e in dialogo attivo con i suoi pubblici.
Un museo è fatto principalmente di persone, perciò deve prendersi cura delle persone che vi lavorano e dei suoi visitatori. Un museo che ricerca l’empatia, capace di essere amichevole, premuroso, solidale, presente e responsabile, consapevole che nulla è possibile senza le proprie comunità. Per essere sempre pronto all’inclusione il museo deve allenarsi alla sensibilità programmando azioni di aggiornamento e di formazione per il personale di tutte le sue aree, con l’obiettivo di sensibilizzare e professionalizzare il proprio staff sui temi dell’accessibilità e della partecipazione delle comunità.
Se l’interesse principale è quello di creare un impatto positivo per la vita delle persone, è indispensabile elaborare al contempo strumenti per misurare il beneficio delle proprie attività rivolte al pubblico, con la costante tensione per crescere e migliorare.
Per andare verso una cultura dell’accessibilità occorre pensare in rete, costruire legami, collaborare, interagire, dialogare con altri musei, associazioni, fondazioni, organizzazioni, che possono supportare il museo verso nuove azioni e obiettivi.
Per il museo contemporaneo è fondamentale mettere in agenda questi temi come un impegno quotidiano, un esercizio permanente di riflessione-azione per trasformarsi, un passo alla volta, verso un museo davvero accessibile e inclusivo per tutte, tutte, tutte le persone.
Un progetto a cura di Marco Peri, Storico dell'arte, consulente educativo per musei e istituzioni culturali.
Il suo lavoro si concentra su pratiche educative, relazionali e partecipative che hanno l'arte come catalizzatore per la connettività sociale.
Progetta e sviluppa percorsi di interazione tra musei e pubblici e corsi di alta formazione per operatori e insegnanti. Collabora abitualmente con musei, festival, istituzioni e associazioni nella cura e sviluppo di programmi culturali. Insegna Fenomenologia delle arti contemporanee e collabora con il Master di II livello "Museum Experience Design".
Il suo lavoro si concentra su pratiche educative, relazionali e partecipative che hanno l'arte come catalizzatore per la connettività sociale.
Progetta e sviluppa percorsi di interazione tra musei e pubblici e corsi di alta formazione per operatori e insegnanti. Collabora abitualmente con musei, festival, istituzioni e associazioni nella cura e sviluppo di programmi culturali. Insegna Fenomenologia delle arti contemporanee e collabora con il Master di II livello "Museum Experience Design".
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