audible signals
SILENCE audible signals riunisce le opere di cinque artisti e performer internazionali che indagano le possibilità espressive del silenzio da molteplici punti di ascolto.
Il silenzio dalla sua dimensione di elemento impercettibile, diventa esperienza estetica, strumento per conquistare spazi di libertà nella comunicazione, una zona d’incontro e confronto per sperimentare sensazioni, emozioni e riflessioni. Non un’assenza di suoni, parole o rumori, ma un percorso sonoro che pone il silenzio al centro dell’ascolto.
Opere audio e video, installazioni site specific e performance danno forma a diversi ambienti uditivi in cui muoversi o immergersi per riconnettere l’universo del silenzio all'esperienza del quotidiano.
There’s no such thing as silence
John Cage
artisti:
Vincenzo Grosso, Tentativi di Sinestesia
Barbara Held, Starting from zero
Alessandro Olla, TSP
Lucilla Trapazzo, Lacrimosa
Arturo Moya Villen, Negar la voz dada
Il silenzio dalla sua dimensione di elemento impercettibile, diventa esperienza estetica, strumento per conquistare spazi di libertà nella comunicazione, una zona d’incontro e confronto per sperimentare sensazioni, emozioni e riflessioni. Non un’assenza di suoni, parole o rumori, ma un percorso sonoro che pone il silenzio al centro dell’ascolto.
Opere audio e video, installazioni site specific e performance danno forma a diversi ambienti uditivi in cui muoversi o immergersi per riconnettere l’universo del silenzio all'esperienza del quotidiano.
There’s no such thing as silence
John Cage
artisti:
Vincenzo Grosso, Tentativi di Sinestesia
Barbara Held, Starting from zero
Alessandro Olla, TSP
Lucilla Trapazzo, Lacrimosa
Arturo Moya Villen, Negar la voz dada
“Negare la voce data”, Arturo Moya Villén
Una serie di specchi proiettano registrazioni di discorsi pubblici che hanno in comune due condizioni: in primo luogo, essere legati a un silenzio prossimo, inaspettato o consapevole, dal quale ottengono parte del suo senso attuale: parole pronunciate prima della scomparsa pubblica della figura o della sua morte. E, in secondo luogo, essere discorsi che la nostra società ha deciso di mantenere o ripetere, mettendoli in relazione alla costruzione di una identità sociale.
Gli specchi e le voci reagiscono alla vicinanza e al tempo di permanenza davanti a essi, invitando il pubblico a modellare la propria esperienza estetica scegliendo i tempi e i percorsi davanti all’opera.
L'installazione esaspera la ripetizione che ha permesso ai discorsi di superare l'oblìo delle cose dette che come afferma Foucault "scompaiono nell'atto stesso di pronunciarle", proponendo un muro sonoro in cui l'unica possibilità di comprensione è la negazione, l'unica interazione possibile è ridurre gradualmente la voce al silenzio, qualunque sia il contenuto del discorso o la figura che lo pronuncia.
TSP – *
Una performance di sonorizzazione spaziale e improvvisazione teatrale, un’esperienza di collisione tra visione e ascolto.
Con l’uso di tecnologie immersive, lo spazio estetico della performance si amplifica confondendo nel pubblico presente i confini tra storie vissute ed esperienze condivise.
Tre composizioni sonore per due performer, ma sarà il pubblico a ri-costruire i frammenti di emozioni, riflessioni e suggestioni.
(La performance si ripete ogni giorno alle ore 20,30 – durata 11 minuti)
*Ideazione e concept: Alessandro Olla e Marco Peri
Realizzato in collaborazione con la classe di musica elettronica del Conservatorio di Cagliari
Composizioni e sound design a cura di Andrea Deidda, Emanuele Perra, Paolo Mulas, Davide Marongiu
Voce recitante: Rita Atzeri
performer: Lucilla Trapazzo, Franco Casu
Starting from Zero, Barbara Held
Una performance site specific entra in gioco con lo spazio acustico e si trasforma in un’installazione sonora in continua evoluzione. Il delicato, trasparente spettro sonoro del flauto viene filtrato e rinforzato e gradualmente comincia a riempire lo spazio.
“Half-intellectually and half sentimentally when the war came along I decided to use only quiet sounds. There seemed to be no truth no good in anything big in society. But quiet sounds were like loneliness or love or friendship. Permanent I thought values independent at least from Life Time and Coca-Cola.”
John Cage. “Lecture on Nothing”. Silence.
Lacrimosa, Lucilla Trapazzo
Un albero morto, cinque piccoli schermi -“come d’autunno sull’albero le foglie”- un loop di immagini video; questa e’ la struttura semplice e raccolta di questa istallazione che è anche riflessione e preghiera.
Nel tempo del rumore collettivo, Lacrimosa vuole meditare su come il suono influenzi l'esperienza visiva e affettiva dello spettatore. La colonna sonora del loop video muta stile e registro per la durata del video (musica evocativa, suoni della natura, rumori di strada, voci), in modo da creare diverse connessioni di sinestesia sensoriale e cognitiva.
Il video propone brevissimi ritratti di persone sole, senzatetto che dormono sulle panchine o che vendono la propria voce in una stazione ferroviaria, una venditrice di strada che espone la sua mercanzia a basso costo, un ‘clerk’ della metropolitana di NY, che vive le proprie giornate sottoterra. Su quest’umanità dimenticata campeggiano gli occhi di due bambini, coscienza collettiva e speranza futura.
ABUSED - Tentativi di sinestesia, Vincenzo Grosso
Sono strutture inanimate, post architetture di uno scenario futuro possibile, l'atmosfera in decadimento appare quasi un monito contro gli eccessi del mondo moderno.
Nel immobilità spaziale della pittura, improvvise fughe, scivolamenti e de-costruzioni,
scandiscono ritmicamente la silenziosa grandezza della materia.
Per 'Tentativi di sinestesia' le grandi tele si mettono in gioco in un'esperienza sonora che intende trasformare l'oggetto estetico in partiture musicali, possibili spartiti da interpretare.
Un dispositivo di comunicazione in cui suono e segno, struttura visiva o acustica, ritmo, frequenza, spazio, possono essere concetti intercambiabili.
Una serie di specchi proiettano registrazioni di discorsi pubblici che hanno in comune due condizioni: in primo luogo, essere legati a un silenzio prossimo, inaspettato o consapevole, dal quale ottengono parte del suo senso attuale: parole pronunciate prima della scomparsa pubblica della figura o della sua morte. E, in secondo luogo, essere discorsi che la nostra società ha deciso di mantenere o ripetere, mettendoli in relazione alla costruzione di una identità sociale.
Gli specchi e le voci reagiscono alla vicinanza e al tempo di permanenza davanti a essi, invitando il pubblico a modellare la propria esperienza estetica scegliendo i tempi e i percorsi davanti all’opera.
L'installazione esaspera la ripetizione che ha permesso ai discorsi di superare l'oblìo delle cose dette che come afferma Foucault "scompaiono nell'atto stesso di pronunciarle", proponendo un muro sonoro in cui l'unica possibilità di comprensione è la negazione, l'unica interazione possibile è ridurre gradualmente la voce al silenzio, qualunque sia il contenuto del discorso o la figura che lo pronuncia.
TSP – *
Una performance di sonorizzazione spaziale e improvvisazione teatrale, un’esperienza di collisione tra visione e ascolto.
Con l’uso di tecnologie immersive, lo spazio estetico della performance si amplifica confondendo nel pubblico presente i confini tra storie vissute ed esperienze condivise.
Tre composizioni sonore per due performer, ma sarà il pubblico a ri-costruire i frammenti di emozioni, riflessioni e suggestioni.
(La performance si ripete ogni giorno alle ore 20,30 – durata 11 minuti)
*Ideazione e concept: Alessandro Olla e Marco Peri
Realizzato in collaborazione con la classe di musica elettronica del Conservatorio di Cagliari
Composizioni e sound design a cura di Andrea Deidda, Emanuele Perra, Paolo Mulas, Davide Marongiu
Voce recitante: Rita Atzeri
performer: Lucilla Trapazzo, Franco Casu
Starting from Zero, Barbara Held
Una performance site specific entra in gioco con lo spazio acustico e si trasforma in un’installazione sonora in continua evoluzione. Il delicato, trasparente spettro sonoro del flauto viene filtrato e rinforzato e gradualmente comincia a riempire lo spazio.
“Half-intellectually and half sentimentally when the war came along I decided to use only quiet sounds. There seemed to be no truth no good in anything big in society. But quiet sounds were like loneliness or love or friendship. Permanent I thought values independent at least from Life Time and Coca-Cola.”
John Cage. “Lecture on Nothing”. Silence.
Lacrimosa, Lucilla Trapazzo
Un albero morto, cinque piccoli schermi -“come d’autunno sull’albero le foglie”- un loop di immagini video; questa e’ la struttura semplice e raccolta di questa istallazione che è anche riflessione e preghiera.
Nel tempo del rumore collettivo, Lacrimosa vuole meditare su come il suono influenzi l'esperienza visiva e affettiva dello spettatore. La colonna sonora del loop video muta stile e registro per la durata del video (musica evocativa, suoni della natura, rumori di strada, voci), in modo da creare diverse connessioni di sinestesia sensoriale e cognitiva.
Il video propone brevissimi ritratti di persone sole, senzatetto che dormono sulle panchine o che vendono la propria voce in una stazione ferroviaria, una venditrice di strada che espone la sua mercanzia a basso costo, un ‘clerk’ della metropolitana di NY, che vive le proprie giornate sottoterra. Su quest’umanità dimenticata campeggiano gli occhi di due bambini, coscienza collettiva e speranza futura.
ABUSED - Tentativi di sinestesia, Vincenzo Grosso
Sono strutture inanimate, post architetture di uno scenario futuro possibile, l'atmosfera in decadimento appare quasi un monito contro gli eccessi del mondo moderno.
Nel immobilità spaziale della pittura, improvvise fughe, scivolamenti e de-costruzioni,
scandiscono ritmicamente la silenziosa grandezza della materia.
Per 'Tentativi di sinestesia' le grandi tele si mettono in gioco in un'esperienza sonora che intende trasformare l'oggetto estetico in partiture musicali, possibili spartiti da interpretare.
Un dispositivo di comunicazione in cui suono e segno, struttura visiva o acustica, ritmo, frequenza, spazio, possono essere concetti intercambiabili.
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un progetto a cura di Marco Peri per SIGNAL X, Festival di musica d’avanguardia, elettronica e sperimentale
www.signalfestival.org
Centro culturale Lazzaretto di Sant'Elia, Cagliari
www.signalfestival.org
Centro culturale Lazzaretto di Sant'Elia, Cagliari
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