In-between
Urban Interferences
Per mostrare i profondi processi di trasformazione dello spazio metropolitano contemporaneo e per interrogarci sulla loro sostenibilità dobbiamo confrontarci con una molteplicità di sguardi, interpretazioni, rappresentazioni, cercando di ricomprendere nei frammenti e nelle differenze, la traccia di una realtà in divenire.
In-between - Urban Interferences evidenzia il rapporto complesso tra l’essere umano, la natura e l’architettura attraverso il contributo di artisti che riflettono sulla trasformazione e sull’identità dello spazio urbano.
In-between, Urban Interferences, si inserisce nel dibattito contemporaneo sulla ricerca progettuale in cui il tema dello “spazio” come entità complessa, ricca di proprietà solide e materiali, cui si affiancano componenti, quali la luce e il colore, le immagini e il suono, è diventato centrale. Alle tradizionali categorie spaziali se ne aggiungono di nuove: lo spazio viene definito “fluido”, “mediatico”, transitorio. E’ luogo di eventi statici e dinamici, spazio fenomenologico che si modella in funzione di numerosi parametri e molteplici temporalità.
Attraverso diversi campi di indagine gli artisti che presentiamo riflettono sulla trasformazione e sull'identità dello spazio urbano in cui il concetto in-between - architettura tra le cose - diventa la linea di congiunzione del rapporto complesso tra l’essere umano, la natura e l’architettura.
Manuel Attanasio “Surground”| Stefano Marongiu “You are here” | Federico Carta “Città"| Mei Ziqian “Mental Worksite” | Alessandro Carboni “Overlapping Discrete Boundaries” | Paolo Marchi “Framework” | Stefano Fois “6 x 3” | Vincenzo Grosso “Hierauf” | Alessandro Olla “I am because you are” | Marta Anatra “The big green".
L’installazione sonora di Manuel Attanasio si concretizza nella superficie della Terra, materia geologica, entità vivente, che respira, pulsa e reagisce alla continua azione umana. Le disorientanti mappe geografiche di Stefano Marongiu richiamano le strette maglie di un pianeta sotto controllo. Il visionario paesaggio urbano di Federico Carta inscena la desolazione dell’ambiente naturale ma in questo degrado si suggerisce un possibile equilibrio. Mei Ziqian indaga la complessità del mondo contemporaneo sintetizzando in un edificio immaginifico l’atmosfera e gli stati d’animo di tanti luoghi e tante storie di vita. Alessandro Carboni racconta una geografia emozionale esplorando la realtà di alcune città asiatiche e ridisegnando le suggestioni di nuovi confini e nuovi modi di relazione con lo spazio. Con sguardo dinamico Paolo Marchi esplora le periferie delle città, nelle sue visioni gli edifici sfumano e le identità s’intrecciano e si confondono. L’occupazione umana dello spazio terrestre e la distorsione del rapporto uomo-paesaggio nell'orizzonte metropolitano di Tokio è il manifesto di Stefano Fois. Le metropoli in continua espansione nello sguardo di Vincenzo Grosso esortano a cambiare presto direzione. L’installazione di Alessandro Olla indaga l’identità sonora dei territori per raccontare le complesse trasformazioni culturali, sociali, economiche causate dall'evoluzione sfrenata dei centri urbani di Cina e Africa, consumati dal cemento e dalla modernizzazione. La video installazione di Marta Anatra mostra la rivincita della natura sull'architettura abbandonata dall'uomo per riscoprire e ripensare i “vuoti urbani”.
In-between - Urban Interferences evidenzia il rapporto complesso tra l’essere umano, la natura e l’architettura attraverso il contributo di artisti che riflettono sulla trasformazione e sull’identità dello spazio urbano.
In-between, Urban Interferences, si inserisce nel dibattito contemporaneo sulla ricerca progettuale in cui il tema dello “spazio” come entità complessa, ricca di proprietà solide e materiali, cui si affiancano componenti, quali la luce e il colore, le immagini e il suono, è diventato centrale. Alle tradizionali categorie spaziali se ne aggiungono di nuove: lo spazio viene definito “fluido”, “mediatico”, transitorio. E’ luogo di eventi statici e dinamici, spazio fenomenologico che si modella in funzione di numerosi parametri e molteplici temporalità.
Attraverso diversi campi di indagine gli artisti che presentiamo riflettono sulla trasformazione e sull'identità dello spazio urbano in cui il concetto in-between - architettura tra le cose - diventa la linea di congiunzione del rapporto complesso tra l’essere umano, la natura e l’architettura.
Manuel Attanasio “Surground”| Stefano Marongiu “You are here” | Federico Carta “Città"| Mei Ziqian “Mental Worksite” | Alessandro Carboni “Overlapping Discrete Boundaries” | Paolo Marchi “Framework” | Stefano Fois “6 x 3” | Vincenzo Grosso “Hierauf” | Alessandro Olla “I am because you are” | Marta Anatra “The big green".
L’installazione sonora di Manuel Attanasio si concretizza nella superficie della Terra, materia geologica, entità vivente, che respira, pulsa e reagisce alla continua azione umana. Le disorientanti mappe geografiche di Stefano Marongiu richiamano le strette maglie di un pianeta sotto controllo. Il visionario paesaggio urbano di Federico Carta inscena la desolazione dell’ambiente naturale ma in questo degrado si suggerisce un possibile equilibrio. Mei Ziqian indaga la complessità del mondo contemporaneo sintetizzando in un edificio immaginifico l’atmosfera e gli stati d’animo di tanti luoghi e tante storie di vita. Alessandro Carboni racconta una geografia emozionale esplorando la realtà di alcune città asiatiche e ridisegnando le suggestioni di nuovi confini e nuovi modi di relazione con lo spazio. Con sguardo dinamico Paolo Marchi esplora le periferie delle città, nelle sue visioni gli edifici sfumano e le identità s’intrecciano e si confondono. L’occupazione umana dello spazio terrestre e la distorsione del rapporto uomo-paesaggio nell'orizzonte metropolitano di Tokio è il manifesto di Stefano Fois. Le metropoli in continua espansione nello sguardo di Vincenzo Grosso esortano a cambiare presto direzione. L’installazione di Alessandro Olla indaga l’identità sonora dei territori per raccontare le complesse trasformazioni culturali, sociali, economiche causate dall'evoluzione sfrenata dei centri urbani di Cina e Africa, consumati dal cemento e dalla modernizzazione. La video installazione di Marta Anatra mostra la rivincita della natura sull'architettura abbandonata dall'uomo per riscoprire e ripensare i “vuoti urbani”.
a cura di Emanuela Falqui e Marco Peri
Musei Civici di Cagliari,, Palazzo di Città, Cagliari, dal 21 novembre al 15 dicembre 2013
Musei Civici di Cagliari,, Palazzo di Città, Cagliari, dal 21 novembre al 15 dicembre 2013
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