La valigia di Titinu
Ricognizione, studio e catalogazione dei materiali appartenuti a Costantino Nivola (Orani 1911 - New York 1988), denominati «Costantino Nivola papers, 1938-1979»
Archives of American Art, Smithsonian Institution. [Microfilm reel numbers 4282-4283]
ABSTRACT
Questo progetto di ricerca ha studiato e catalogato i materiali appartenuti a Costantino Nivola, denominati «Costantino Nivola papers, 1938-1979», conservati presso l’Archives Of American Art - Smithsonian Institution di Washington, al fine di contribuire a migliorare la conoscenza e la comprensione dell’opera dell’artista di Orani.
Il fondo è composto da documenti eterogenei tra cui: materiale biografico, corrispondenza, progetti, bozzetti, accordi di prestito e documenti di spedizione di opere, scritti autografi, appunti, testi per conferenze e seminari, ritagli di giornale, recensioni, fotografie. Il fondo è composto da oltre un migliaio di documenti eterogenei che sono testimonianza della vita e dell’esperienza artistica di Costantino Nivola dal 1938 al 1979.
L’analisi sistematica ed approfondita dei documenti ha permesso di puntualizzare e circostanziare le principali tappe del percorso artistico, delimitando con precisione gli archi temporali di realizzazione delle opere realizzate fino al 1979, precisando alcuni importanti dettagli progettuali e determinando meglio le motivazioni e le spinte ispiratrici sottese alla creazione di molti dei suoi lavori più interessanti.
La comparazione dei documenti con l’attuale bibliografia sull’artista ha definito con maggior esattezza le notizie biografiche e la cronologia dell’attività espositiva ed accertato e documentato alcuni progetti non eseguiti che risultano, allo stato degli studi attuali, inediti.
Inoltre lo studio attento delle carte chiarisce le relazioni intrattenute da Nivola con i committenti, con gli architetti, con le Gallerie d’arte, con i Musei e le Università con cui ha collaborato e mette in luce alcuni passaggi fondamentali per comprendere il concetto di “sintesi delle arti” perseguito dall’artista durante gli anni maturi della sua carriera.
Questo progetto di ricerca ha studiato e catalogato i materiali appartenuti a Costantino Nivola, denominati «Costantino Nivola papers, 1938-1979», conservati presso l’Archives Of American Art - Smithsonian Institution di Washington, al fine di contribuire a migliorare la conoscenza e la comprensione dell’opera dell’artista di Orani.
Il fondo è composto da documenti eterogenei tra cui: materiale biografico, corrispondenza, progetti, bozzetti, accordi di prestito e documenti di spedizione di opere, scritti autografi, appunti, testi per conferenze e seminari, ritagli di giornale, recensioni, fotografie. Il fondo è composto da oltre un migliaio di documenti eterogenei che sono testimonianza della vita e dell’esperienza artistica di Costantino Nivola dal 1938 al 1979.
L’analisi sistematica ed approfondita dei documenti ha permesso di puntualizzare e circostanziare le principali tappe del percorso artistico, delimitando con precisione gli archi temporali di realizzazione delle opere realizzate fino al 1979, precisando alcuni importanti dettagli progettuali e determinando meglio le motivazioni e le spinte ispiratrici sottese alla creazione di molti dei suoi lavori più interessanti.
La comparazione dei documenti con l’attuale bibliografia sull’artista ha definito con maggior esattezza le notizie biografiche e la cronologia dell’attività espositiva ed accertato e documentato alcuni progetti non eseguiti che risultano, allo stato degli studi attuali, inediti.
Inoltre lo studio attento delle carte chiarisce le relazioni intrattenute da Nivola con i committenti, con gli architetti, con le Gallerie d’arte, con i Musei e le Università con cui ha collaborato e mette in luce alcuni passaggi fondamentali per comprendere il concetto di “sintesi delle arti” perseguito dall’artista durante gli anni maturi della sua carriera.

Costantino Nivola per trent’anni professore Visiting tra Harvard, Berkeley e Columbia
Articolo pubblicato su Sardinews, Mensile di informazione socio economica, n. 3 - anno XIV - marzo 2013. (pp. 22-23).
Questo articolo è parte di un più ampio saggio d'approfondimento dedicato alla figura di Costantino Nivola in qualità di insegnate e visiting professor nelle più importanti Università del mondo.
Lo studio è stato compiuto nel 2011 con il supporto della Borsa di Studio annuale per ricerche sulla lingua e cultura della Sardegna, (Storia dell’Arte in Sardegna), sui materiali appartenuti a Costantino Nivola, denominati:
«Costantino Nivola papers, 1938-1979», conservati presso Archives of American Art, Smithsonian Institution di Washington.
Costantino Nivola per trent’anni professore Visiting tra Harvard, Berkeley e Columbia
January 31, 1978
Dear Mr. Wysocki,
It seems that mostly things have a tendency to happen at the right time. The invitation to come to Dartmouth College as resident next fall is agreeable and appropriate in time. I will be glad to come. I am enjoying my stay at Berkeley very much. I am becoming more and more convinced that the artist belong in the campus more than he does in the museum, considering that the art we produce is mainly didactic concerned with the process rather than with the result. I spent a few months at the American Academy in Rome again in Winter. It was pleasant as normal despite the chronic turmoils of Italian political unrest.
Looking forward to seeing you
Sincerely,
Costantino Nivola
Lecturer in Architecture
«Sembra che la maggior parte delle cose abbiano la tendenza di capitare al momento giusto ».Con queste parole Costantino Nivola (Orani 1911, New York 1988), risponde alla proposta del direttore Mattew Wysocki per incontrare gli studenti del Dartmouth College , Hanover, New Hampshire.
E chiarisce: “L'invito a venire al Dartmouth College come Artist-in-Residence nel prossimo autunno è gradito e appropriato nel tempo. Sarò lieto di venire.
[…]Sto diventando sempre più convinto che sia il campus più del museo il posto giusto per l'artista, per il fatto che l'arte che produciamo sia in prevalenza didattica per il suo processo, piuttosto che nel risultato».
Mentre scrive, nel gennaio 1978, Nivola ha appena trascorso qualche mese artist-in-residence all’American Academy di Roma e sta completando un semestre accademico da visiting professor nel campus di Berkeley, Università della California.
Le parole di questo scritto riassumono felicemente la passione che Nivola ha riservato durante tutta la sua vita di artista al mondo accademico, nel corso di un’attività didattica più che trentennale che gli ha permesso di incontrare e coinvolgere studenti di tutto il mondo.
Il percorso di insegnante di Costantino Nivola è tra gli aspetti più interessanti e meno conosciuti delle vicende dell’artista, finora è rimasto marginale negli studi monografici sulla sua attività, eppure rappresenta un essenziale complemento per cercare di tracciare l’eredità culturale che la sua opera ha lasciato nell’arte e nell’architettura contemporanea.
L’artista di Orani, emigrato negli Stati Uniti dal 1939 con un diploma di Maestro d’arte conseguito nel 1936 all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza, ha tenuto numerose conferenze e seminari, ha insegnato Disegno e Scultura e collaborato con prestigiose Università.
Tra il 1954 e il 1957 è stato visiting professor dell’Harvard Graduate School of Design di Cambridge giungendo a ricoprire il ruolo di Direttore del Design Workshop.
è stato responsabile dello studio di scultura alla Columbia University di New York dal 1961 al ’64.
Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi inviti come artist-in-residence in molte Università degli Stati Uniti e altre istituzioni accademiche in Italia, Israele e Olanda.
Ha fatto parte del comitato per le selezioni dei candidati alle borse di studio indette dalla Commissione Fulbright per gli scambi culturali fra l'Italia e gli Stati Uniti.
Nel 1970 e nel 1973 ha insegnato al Carpenter Center for the Visual Arts dell’Università di Harvard.
è stato eletto membro (Fellow) dell’American Academy and Institute of Arts and Letters nel 1972 e membro onorario dell’Accademia di Belle Arti dell’Aja nel 1975.
Infine dal 1978 al 1982 ha insegnato scultura al campus di Berkeley, nell’Università della California.
***
Agli studenti che ha incontrato in giro per il mondo ha comunicato il suo straordinario modus operandi di scultore-costruttore, proponendo l’utilizzo dei materiali e delle tecniche che caratterizzano la sua produzione artistica: sabbia, gesso, cemento, argilla.
Con uno stile fuori dal comune, il suo carattere carismatico e la ricchezza delle sue conoscenze, ha indirizzato i giovani verso un modo nuovo di pensare, non solo per coltivare eventuali doti artistiche ma per rendere migliore la qualità professionale di qualsiasi lavoro avrebbero potuto svolgere in futuro, dall’arte alla progettazione architettonica.
Per i suoi studenti Costantino Nivola ha rappresentato un maestro nel senso più ampio del termine, una guida attenta che insegnando e operando, educa, infondendo passione per il proprio lavoro e indicando agli altri il cammino per diventare se stessi.
Nivola è stato un professore competente, saggio e molto esigente, eppure alla mano, capace di trasmettere curiosità ed energia con il candore di un bambino.
Ha incoraggiato gli studenti a leggere e partecipare a tutte le arti, il suo era un approccio multidisciplinare d’impronta Rinascimentale, egli era convinto che un solo aspetto delle arti visive non fosse sufficiente.
In un’epoca di specializzazione – sosteneva - un bravo scultore deve avere familiarità con le tradizioni dell’architettura e della pittura. Allo stesso modo gli architetti e gli urbanisti devono imparare a dipingere, a scolpire, a preparare il cemento, per lavorare in tutte le fasi della progettazione.
Agli allievi ha trasmesso un metodo in cui si incontravano proficuamente la manualità artigianale che da sempre gli apparteneva con la rigorosa lucidità analitica assimilata personalmente dalla frequentazione con Le Corbusier.
Nella pratica delle sue lezioni ha insegnato a combinare armoniosamente le esigenze espressive e le capacità razionali necessarie per dar forma all’opera d’arte considerando attentamente le caratteristiche e i limiti imposti dai materiali.
Durante la permanenza nei campus ha organizzato spesso mostre retrospettive dei propri lavori, occasioni che gli hanno permesso di presentare le esperienze di collaborazione con alcuni tra i maggiori architetti dell’epoca e di diffondere l’ideale civile e sociale che animava i suoi interventi per lo spazio pubblico: piazze, scuole, uffici, edifici istituzionali.
In numerose interviste raccolte tra i suoi ex studenti, anche a distanza di anni, Nivola viene ricordato per la sua personalità affascinante, lo sguardo luminoso, la capacità di meravigliarsi, l’innata curiosità e la sua capacità di conquistarsi la stima e la simpatia di tutti grazie alla spontanea attitudine di considerare la realtà con senso dell'umorismo.
Il ricordo di chi lo ha conosciuto nel ruolo di insegnante è spesso costellato da vivaci aneddoti, come quella volta, divenuta leggenda, che decise di concludere il seminario all’Università della California nel 1978 arrostendo un porcetto alla brace nel cortile interno del campus di Berkeley.
Secondo il rito classico della cucina pastorale sarda, Nivola cucinò un maialino da latte per l’intera comunità universitaria, regalando a studenti, professori e personale della segreteria, una memorabile giornata in cui fu il personaggio principale di una festa rustica e primitiva.
L’emozione restò così vivace tra i partecipanti che l’anno successivo l’esperienza fu ripetuta per celebrare il suo ritorno nel semestre invernale!
A confronto con gli studenti Costantino Nivola si poneva nel modo più naturale, un uomo sensibile e appassionato, nell’arte come nelle relazioni sociali, capace di infondere valore estetico a tutti i momenti della giornata. Arte e vita per lui erano una sola cosa.
***
«Non sono mai andato a scuola, è per questo che mi piace insegnare».
C.Nivola, 1954
La prima occasione di avvicinarsi agli studenti universitari gli viene offerta dall’amico Josep Lluís Sert, architetto di origine catalana, urbanista e insegnante nonché preside della Graduate School of Design, della Harvard University, che propose a Nivola l’incarico di Instructor in Design per un anno a partire dal 1954.
Il riferimento principale del corso che Nivola propose agli allievi della Graduate School of Design era la lezione che lui stesso apprese direttamente da Le Corbusier.
L’Architetto svizzero ha condiviso con Nivola lo studio nell’8° Strada del Greenwhich Village di New York dal 1946 al ‘50, ha trascorso molto del suo tempo libero circondato dall’affetto di Costantino, della moglie Ruth e del piccolo figlio Pietro, ma soprattutto, ha offerto al giovane sardo i preziosi consigli di un maestro premuroso.
L’incontro e la frequentazione con Le Corbusier rappresentano un’esperienza determinante nella formazione del giovane Nivola e sanciscono per lui non solo lo sviluppo di una sensibilità architettonica e spaziale, ma l’apprendimento di una disciplina analitica fondata su una costante e attenta osservazione della realtà.
Quando nel 1954 ricevette il primo incarico a Harvard, Nivola porta con sé la consapevolezza dell’importanza del disegno come strumento per esplorare nuove possibilità di osservazione e interpretazione della realtà.
Fin dalle prime lezioni, Nivola esorta gli studenti a esercitarsi nel disegno in una pratica quotidiana con spirito di esplorazione e di scoperta. Mostra agli allievi i propri quaderni di schizzi, riempiti principalmente di disegni al tratto e cita l’esempio di Le Corbusier, che incessantemente annotava appunti visivi nei propri sketchbooks, perchè «bisogna avere sempre le tasche piene», diceva, «è inutile affrontare il tavolo da disegno in studio con le tasche vuote».
Nivola chiarisce ai suoi studenti che il suo non è un corso d’arte, né ha come fine la ricerca di un’espressione artistica personale. Gli esercizi che assegna e le abitudini che raccomanda, indipendentemente dal talento individuale o dalle future scelte professionali degli allievi, costituiscono una base per imparare a vedere, per armonizzare l’uso delle mani e quello dello sguardo.
Tra i suoi studenti a Harvard ci sono anche il futuro architetto e collaboratore Peter Chermayeff (che nel 1995 sarà il progettista del Museo dedicato a Nivola di Orani) e Richard Bender, che negli anni Settanta e Ottanta diventerà professore di Architettura, nonché preside del Carpenter Center for Environmental Design Research, University of California, Berkeley.
L’Università di Harvard apprezzò l’operato di Nivola al punto che nel maggio 1956 venne nominato Direttore del laboratorio di progettazione (Director of Design Workshop) . Tuttavia alla fine dell’anno accademico 1956/’57 Costantino Nivola decise di lasciare la direzione del Design Workshop per dedicarsi a tempo pieno al lavoro d’artista.
Cercare di conciliare gli impegni che lo vedevano spesso occupato in importanti commissioni pubbliche con il piacere di stare tra gli studenti, è stata una condizione che dovette affrontare più volte nel corso della sua vita, e purtroppo, sempre a sacrificio dell’attività didattica.
Durante l’estate del 1957 dunque Nivola si impegnò nell’esecuzione della più impegnativa opera mai realizzata. Il grande giardino della sua casa e studio di Long Island negli Hamptons di New York si trasformò in un cantiere per la realizzazione dei 300 metri quadrati del bassorilievo per il palazzo Mutual Hartford Insurance Company.
Lo scultore propose ad uno dei suoi studenti più promettenti, Peter Chermayeff, di assisterlo nell’esecuzione di questo progetto.
L’opera fu completata in soli 37 giorni a partire dal 1° agosto 1957 e venne firmata in questo modo: “Costantino Nivola, scultore, muratore, manovale”
«This sculpture is made of indestructible material and is dedicated to that segment of humanity which is dedicated to the task of building nuraghi of permanent significance which will withstand the destructive follies of men and the blind rages of nature.
This sculpture was made and conceived in a year of scattered violence and or turbulence of revolt and ruthless' suppression, of prejudice, or complacency of hope, of painful decision within the framework of a new atomic world».
(I documenti citati sono tratti dal fondo “Costantino Nivola Papers” conservato presso l’Archives of American Art, Smithsonian Istitution di Washington).
Articolo pubblicato su Sardinews, Mensile di informazione socio economica, n. 3 - anno XIV - marzo 2013. (pp. 22-23).
Questo articolo è parte di un più ampio saggio d'approfondimento dedicato alla figura di Costantino Nivola in qualità di insegnate e visiting professor nelle più importanti Università del mondo.
Lo studio è stato compiuto nel 2011 con il supporto della Borsa di Studio annuale per ricerche sulla lingua e cultura della Sardegna, (Storia dell’Arte in Sardegna), sui materiali appartenuti a Costantino Nivola, denominati:
«Costantino Nivola papers, 1938-1979», conservati presso Archives of American Art, Smithsonian Institution di Washington.
Costantino Nivola per trent’anni professore Visiting tra Harvard, Berkeley e Columbia
January 31, 1978
Dear Mr. Wysocki,
It seems that mostly things have a tendency to happen at the right time. The invitation to come to Dartmouth College as resident next fall is agreeable and appropriate in time. I will be glad to come. I am enjoying my stay at Berkeley very much. I am becoming more and more convinced that the artist belong in the campus more than he does in the museum, considering that the art we produce is mainly didactic concerned with the process rather than with the result. I spent a few months at the American Academy in Rome again in Winter. It was pleasant as normal despite the chronic turmoils of Italian political unrest.
Looking forward to seeing you
Sincerely,
Costantino Nivola
Lecturer in Architecture
«Sembra che la maggior parte delle cose abbiano la tendenza di capitare al momento giusto ».Con queste parole Costantino Nivola (Orani 1911, New York 1988), risponde alla proposta del direttore Mattew Wysocki per incontrare gli studenti del Dartmouth College , Hanover, New Hampshire.
E chiarisce: “L'invito a venire al Dartmouth College come Artist-in-Residence nel prossimo autunno è gradito e appropriato nel tempo. Sarò lieto di venire.
[…]Sto diventando sempre più convinto che sia il campus più del museo il posto giusto per l'artista, per il fatto che l'arte che produciamo sia in prevalenza didattica per il suo processo, piuttosto che nel risultato».
Mentre scrive, nel gennaio 1978, Nivola ha appena trascorso qualche mese artist-in-residence all’American Academy di Roma e sta completando un semestre accademico da visiting professor nel campus di Berkeley, Università della California.
Le parole di questo scritto riassumono felicemente la passione che Nivola ha riservato durante tutta la sua vita di artista al mondo accademico, nel corso di un’attività didattica più che trentennale che gli ha permesso di incontrare e coinvolgere studenti di tutto il mondo.
Il percorso di insegnante di Costantino Nivola è tra gli aspetti più interessanti e meno conosciuti delle vicende dell’artista, finora è rimasto marginale negli studi monografici sulla sua attività, eppure rappresenta un essenziale complemento per cercare di tracciare l’eredità culturale che la sua opera ha lasciato nell’arte e nell’architettura contemporanea.
L’artista di Orani, emigrato negli Stati Uniti dal 1939 con un diploma di Maestro d’arte conseguito nel 1936 all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza, ha tenuto numerose conferenze e seminari, ha insegnato Disegno e Scultura e collaborato con prestigiose Università.
Tra il 1954 e il 1957 è stato visiting professor dell’Harvard Graduate School of Design di Cambridge giungendo a ricoprire il ruolo di Direttore del Design Workshop.
è stato responsabile dello studio di scultura alla Columbia University di New York dal 1961 al ’64.
Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi inviti come artist-in-residence in molte Università degli Stati Uniti e altre istituzioni accademiche in Italia, Israele e Olanda.
Ha fatto parte del comitato per le selezioni dei candidati alle borse di studio indette dalla Commissione Fulbright per gli scambi culturali fra l'Italia e gli Stati Uniti.
Nel 1970 e nel 1973 ha insegnato al Carpenter Center for the Visual Arts dell’Università di Harvard.
è stato eletto membro (Fellow) dell’American Academy and Institute of Arts and Letters nel 1972 e membro onorario dell’Accademia di Belle Arti dell’Aja nel 1975.
Infine dal 1978 al 1982 ha insegnato scultura al campus di Berkeley, nell’Università della California.
***
Agli studenti che ha incontrato in giro per il mondo ha comunicato il suo straordinario modus operandi di scultore-costruttore, proponendo l’utilizzo dei materiali e delle tecniche che caratterizzano la sua produzione artistica: sabbia, gesso, cemento, argilla.
Con uno stile fuori dal comune, il suo carattere carismatico e la ricchezza delle sue conoscenze, ha indirizzato i giovani verso un modo nuovo di pensare, non solo per coltivare eventuali doti artistiche ma per rendere migliore la qualità professionale di qualsiasi lavoro avrebbero potuto svolgere in futuro, dall’arte alla progettazione architettonica.
Per i suoi studenti Costantino Nivola ha rappresentato un maestro nel senso più ampio del termine, una guida attenta che insegnando e operando, educa, infondendo passione per il proprio lavoro e indicando agli altri il cammino per diventare se stessi.
Nivola è stato un professore competente, saggio e molto esigente, eppure alla mano, capace di trasmettere curiosità ed energia con il candore di un bambino.
Ha incoraggiato gli studenti a leggere e partecipare a tutte le arti, il suo era un approccio multidisciplinare d’impronta Rinascimentale, egli era convinto che un solo aspetto delle arti visive non fosse sufficiente.
In un’epoca di specializzazione – sosteneva - un bravo scultore deve avere familiarità con le tradizioni dell’architettura e della pittura. Allo stesso modo gli architetti e gli urbanisti devono imparare a dipingere, a scolpire, a preparare il cemento, per lavorare in tutte le fasi della progettazione.
Agli allievi ha trasmesso un metodo in cui si incontravano proficuamente la manualità artigianale che da sempre gli apparteneva con la rigorosa lucidità analitica assimilata personalmente dalla frequentazione con Le Corbusier.
Nella pratica delle sue lezioni ha insegnato a combinare armoniosamente le esigenze espressive e le capacità razionali necessarie per dar forma all’opera d’arte considerando attentamente le caratteristiche e i limiti imposti dai materiali.
Durante la permanenza nei campus ha organizzato spesso mostre retrospettive dei propri lavori, occasioni che gli hanno permesso di presentare le esperienze di collaborazione con alcuni tra i maggiori architetti dell’epoca e di diffondere l’ideale civile e sociale che animava i suoi interventi per lo spazio pubblico: piazze, scuole, uffici, edifici istituzionali.
In numerose interviste raccolte tra i suoi ex studenti, anche a distanza di anni, Nivola viene ricordato per la sua personalità affascinante, lo sguardo luminoso, la capacità di meravigliarsi, l’innata curiosità e la sua capacità di conquistarsi la stima e la simpatia di tutti grazie alla spontanea attitudine di considerare la realtà con senso dell'umorismo.
Il ricordo di chi lo ha conosciuto nel ruolo di insegnante è spesso costellato da vivaci aneddoti, come quella volta, divenuta leggenda, che decise di concludere il seminario all’Università della California nel 1978 arrostendo un porcetto alla brace nel cortile interno del campus di Berkeley.
Secondo il rito classico della cucina pastorale sarda, Nivola cucinò un maialino da latte per l’intera comunità universitaria, regalando a studenti, professori e personale della segreteria, una memorabile giornata in cui fu il personaggio principale di una festa rustica e primitiva.
L’emozione restò così vivace tra i partecipanti che l’anno successivo l’esperienza fu ripetuta per celebrare il suo ritorno nel semestre invernale!
A confronto con gli studenti Costantino Nivola si poneva nel modo più naturale, un uomo sensibile e appassionato, nell’arte come nelle relazioni sociali, capace di infondere valore estetico a tutti i momenti della giornata. Arte e vita per lui erano una sola cosa.
***
«Non sono mai andato a scuola, è per questo che mi piace insegnare».
C.Nivola, 1954
La prima occasione di avvicinarsi agli studenti universitari gli viene offerta dall’amico Josep Lluís Sert, architetto di origine catalana, urbanista e insegnante nonché preside della Graduate School of Design, della Harvard University, che propose a Nivola l’incarico di Instructor in Design per un anno a partire dal 1954.
Il riferimento principale del corso che Nivola propose agli allievi della Graduate School of Design era la lezione che lui stesso apprese direttamente da Le Corbusier.
L’Architetto svizzero ha condiviso con Nivola lo studio nell’8° Strada del Greenwhich Village di New York dal 1946 al ‘50, ha trascorso molto del suo tempo libero circondato dall’affetto di Costantino, della moglie Ruth e del piccolo figlio Pietro, ma soprattutto, ha offerto al giovane sardo i preziosi consigli di un maestro premuroso.
L’incontro e la frequentazione con Le Corbusier rappresentano un’esperienza determinante nella formazione del giovane Nivola e sanciscono per lui non solo lo sviluppo di una sensibilità architettonica e spaziale, ma l’apprendimento di una disciplina analitica fondata su una costante e attenta osservazione della realtà.
Quando nel 1954 ricevette il primo incarico a Harvard, Nivola porta con sé la consapevolezza dell’importanza del disegno come strumento per esplorare nuove possibilità di osservazione e interpretazione della realtà.
Fin dalle prime lezioni, Nivola esorta gli studenti a esercitarsi nel disegno in una pratica quotidiana con spirito di esplorazione e di scoperta. Mostra agli allievi i propri quaderni di schizzi, riempiti principalmente di disegni al tratto e cita l’esempio di Le Corbusier, che incessantemente annotava appunti visivi nei propri sketchbooks, perchè «bisogna avere sempre le tasche piene», diceva, «è inutile affrontare il tavolo da disegno in studio con le tasche vuote».
Nivola chiarisce ai suoi studenti che il suo non è un corso d’arte, né ha come fine la ricerca di un’espressione artistica personale. Gli esercizi che assegna e le abitudini che raccomanda, indipendentemente dal talento individuale o dalle future scelte professionali degli allievi, costituiscono una base per imparare a vedere, per armonizzare l’uso delle mani e quello dello sguardo.
Tra i suoi studenti a Harvard ci sono anche il futuro architetto e collaboratore Peter Chermayeff (che nel 1995 sarà il progettista del Museo dedicato a Nivola di Orani) e Richard Bender, che negli anni Settanta e Ottanta diventerà professore di Architettura, nonché preside del Carpenter Center for Environmental Design Research, University of California, Berkeley.
L’Università di Harvard apprezzò l’operato di Nivola al punto che nel maggio 1956 venne nominato Direttore del laboratorio di progettazione (Director of Design Workshop) . Tuttavia alla fine dell’anno accademico 1956/’57 Costantino Nivola decise di lasciare la direzione del Design Workshop per dedicarsi a tempo pieno al lavoro d’artista.
Cercare di conciliare gli impegni che lo vedevano spesso occupato in importanti commissioni pubbliche con il piacere di stare tra gli studenti, è stata una condizione che dovette affrontare più volte nel corso della sua vita, e purtroppo, sempre a sacrificio dell’attività didattica.
Durante l’estate del 1957 dunque Nivola si impegnò nell’esecuzione della più impegnativa opera mai realizzata. Il grande giardino della sua casa e studio di Long Island negli Hamptons di New York si trasformò in un cantiere per la realizzazione dei 300 metri quadrati del bassorilievo per il palazzo Mutual Hartford Insurance Company.
Lo scultore propose ad uno dei suoi studenti più promettenti, Peter Chermayeff, di assisterlo nell’esecuzione di questo progetto.
L’opera fu completata in soli 37 giorni a partire dal 1° agosto 1957 e venne firmata in questo modo: “Costantino Nivola, scultore, muratore, manovale”
«This sculpture is made of indestructible material and is dedicated to that segment of humanity which is dedicated to the task of building nuraghi of permanent significance which will withstand the destructive follies of men and the blind rages of nature.
This sculpture was made and conceived in a year of scattered violence and or turbulence of revolt and ruthless' suppression, of prejudice, or complacency of hope, of painful decision within the framework of a new atomic world».
(I documenti citati sono tratti dal fondo “Costantino Nivola Papers” conservato presso l’Archives of American Art, Smithsonian Istitution di Washington).
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