È curioso notare che il settore educativo museale sia quello che interagisce di più con il pubblico eppure le attività svolte rimangono spesso invisibili alla società. Sono impegnato da anni per contribuire a migliorare la qualità professionale di chi quotidianamente lavora per favorire l’accesso alla cultura nei musei. 
Mi pare che non sia il caso di prendere un atteggiamento vittimistico, occorre invece unire le forze per rivendicare la posizione centrale delle attività educative nella vita di ciascun museo. 
L'iniziativa deve partire da ciascuno di noi per dare maggiore visibilità alla nostre pratiche. 
Il nostro operato quotidiano di educatori e educatrici museali spesso rimane invisibile.
Un primo passo per conferire maggiore visibilità ai nostri progetti può partire dall'interno del museo che ci accoglie, cominciamo a costruire occasioni di confronto con i nostri colleghi e colleghe che hanno altri ruoli nella vita del museo per renderli partecipi dei processi del nostro lavoro e dei risultati che otteniamo. 
Incontriamoci per condividere come concepiamo le nostre attività e come sviluppiamo le idee. Quali ostacoli incontriamo nella progettazione, come testiamo i progetti e come valutiamo i risultati?
​Allo stesso modo è importante creare occasioni per collaborare e fare rete, confrontarci, scambiare le migliori esperienze tra colleghe e colleghi di altre realtà. 
Il giusto riconoscimento della nostra professionalità comincia da noi, conoscersi ci aiuta a connetterci, riflettere insieme ci sostiene e ci rafforza. 
Prendiamo il tempo per fare più ricerca, per ragionare criticamente, per conversare con colleghi e colleghe al di fuori del nostro museo.