Insieme a un gruppo di persone con sensibilità differenti, abbiamo esplorato il concetto di esperienza estetica.
Abbiamo sperimentato la differenza tra vedere, osservare e percepire.
Le opere sono state l’opportunità per esercitare curiosità, immaginazione e senso di meraviglia.
L’ambiente accogliente della Galleria ci ha offerto un contesto piacevole per condividere impressioni e punti di vista personali.
Questi sono stati gli “Esercizi di Estetica” che ho proposto per sollecitare nuovi occhi e coinvolgere la globalità delle percezioni di ciascuna persona:
• Qui è ora (nessun giudizio)
• Chi guarda chi?
• Sguardi intensi
• Prossemica
• Sinestesie
• Ekphrasis
• Storie dell’arte
• Drawing session
Un ringraziamento a tutti i presenti per la partecipazione attiva e allo staff della @guzman_gallery per la libertà di realizzare questa esperienza.
vedere, osservare e percepire
Tra i nostri sensi, quello della vista è il senso per eccellenza, gode di un predominio indiscusso perché è capace di portare maggiori informazioni alla nostra conoscenza.
La vista è centrale anche nel linguaggio delle metafore, parliamo della nostra visione del mondo, di avere una prospettiva (vedere avanti), oppure di introspezione (guardarsi dentro).
La nostra possibilità di visione si è perfezionata ogni giorno di più, oggi possiamo guardare attraverso lenti di telescopi e microscopi, il nostro sguardo si confronta continuamente con immagini simultanee e in movimento che ci assediano dagli schermi di smartphone, tv, tablet. Questa “furia delle immagini” come afferma l'artista fotografo Joan Fontcuberta, ci ha abituati a visioni passive, viviamo immersi in un mondo densissimo di messaggi visivi ma osserviamo davvero poco.
Vedere è un atto meccanico, quasi involontario, osservare invece è molto di più, è volontà di comprendere, scoprire relazioni, significa scegliere, interpretare.
L’incontro con le opere d'arte, in quanto immagini e manufatti densi di storie e significati, può essere il contesto per esercitare un’osservazione attenta e contrastare la superficialità del consumismo visivo.
In una società prevalentemente visiva che influenza il nostro modo di essere in modo spesso ingannevole, la possibilità di osservare attentamente diventa un modo per costruire un nuovo rapporto con le immagini, un'occasione per esercitare e perfezionare uno sguardo critico.