Da tanti anni le mie ricerche si concentrano sulle pratiche di mediazione culturale con l’obiettivo di valorizzare al meglio lo spazio di relazione tra le persone e l’arte. In questo workshop ho condiviso una parte delle mie ricerche che si concentrano sul tema del Welfare Culturale, ossia quelle occasioni che considerano i musei e i luoghi della cultura, contesti ideali per vivere esperienze di benessere personale e sociale.
Benessere nelle sale museali significa offrire alle persone occasioni per star bene, cioè momenti in cui prendersi cura di se stessi, in un clima piacevole e rilassato a contatto con l’esperienza artistica.
Un tempo e uno spazio dove anche il corpo trova la sua comodità e le sollecitazioni culturali dell’arte non trascurano le capacità immaginative ed emotive di ciascuna persona.
Il museo può essere un altrove speciale, un luogo altro in cui immergersi in un’esperienza coinvolgente, per superare la fretta e il consumo compulsivo di immagini che ci vede spesso spettatori passivi attraverso gli schermi e non protagonisti attivi di uno sguardo vivace e presente.
Un altrove in cui dedicare un tempo all’ascolto di se stessi per tornare a ‘sentire’ con la globalità della personale sensibilità.
Sono sempre di più i musei del mondo che abbracciano queste possibilità per offrire al pubblico percorsi ed esperienze che possono coinvolgere in maniera più intensa e globale la sensibilità di ciascuna persona. In questa attività di formazione ho proposto ai partecipanti di sperimentare pratiche e strumenti che possono integrarsi nei percorsi museali per generare insieme al pubblico, occasioni di benessere a contatto con l’arte.
Questo workshop si è articolato in due sessioni nelle quali ho condiviso con un approccio pratico e sperimentale, diverse opportunità per coinvolgere più intensamente nell’esperienza dell’arte.
Nella prima sessione ho invitato i partecipanti a sperimentare le pratiche di Mindfulness per meditare di fronte alle opere, creando un contesto di profondo radicamento nel ‘qui e ora’, per osservare con piena consapevolezza, riscoprendo l’intensità della propria percezione.
Abbiamo anche esplorato l’opportunità dell’osservazione lenta per mezzo di pratiche di Slow Looking, che invitano a sostare a lungo di fronte alle opere d’arte affinché queste possano esprimere tutte le loro possibilità comunicative, permettendo a ciascuna persona di immergersi in un’esperienza di contemplazione che valorizza la percezione e il coinvolgimento immaginativo.
La seconda giornata delle Pratiche Sensibili si è concentrata sulle interazioni estetico-culturali, ossia quelle opportunità d’incontro tra le persone attraverso dialoghi e momenti di condivisione. Con l’obiettivo di favorire relazioni e connessioni interpersonali abbiamo esplorato strumenti per far interagire le persone con l’arte oltre la dimensione puramente razionale.
Queste pratiche includono esercizi di osservazione e costruzione interpretativa collettiva che valorizzano le differenti sensibilità individuale e si rafforzano nella condivisione di gruppo.
Il workshop Pratiche Sensibili offre l’opportunità di esplorare le connessioni tra arte, benessere e relazioni, per vivere l’esperienza culturale nel museo in modo del tutto diverso, più empatico e introspettivo, mettendo al centro la sensibilità e l’esperienza unica di ciascuna persona.
Gallerie dell’Accademia 25 ottobre 2024
Informazioni e iscrizioni:
https://www.marcoperi.it/ps2.html