Non è facile r-esistere in questo momento di assenza del pubblico. E allo stesso modo non è facile creare contenuti digitali per essere presenti in assenza.
Secondo me non occorre inseguire i modelli dominanti che provano a rimediare alle chiusure degli spazi offrendo una valanga di contenuti digitali.
Mi pare più adeguato semmai investire le energie e le risorse per essere prontissimi alla riapertura.
C’è un orizzonte temporale di un mese, forse di più, chi lo sa?
Investire questo tempo per progettare nuove attività per la riapertura, lavorare affinché il museo sia pronto e attrattivo per il proprio pubblico e per la comunità di riferimento.
Durante la chiusura si può raccontare cosa bolle in pentola per dimostrare che al Museo si lavora intensamente anche a porte chiuse.
Una nuova mostra? Un nuovo riallestimento?
Una nuova illuminazione?
Un nuovo logo e un’inedita linea di comunicazione?
Una nuova attenzione alle attività didattiche?
Sono tanti gli aspetti su cui è possibile concentrarsi, occorre capire cosa è fattibile.
Buon lavoro