Questo potere può condizionare i nostri comportamenti e le nostre scelte.
I social network stanno abituando il nostro sguardo a uno scorrimento infinito di visioni passive in cui, paradossalmente, siamo osservati anziché essere osservatori.
Sempre più spesso ci troviamo ad essere consumatori (passivi) di immagini piuttosto che protagonisti attivi di sguardi.
In questo contesto, il rapporto con le immagini diventa quindi un tema cruciale della vita.
Concetti come “presenza” e “attenzione” meritano di essere valorizzati e di diventare il cardine di un nuovo modo di vivere la realtà contemporanea.
Il museo, e più in generale l’arte visiva, ci offrono un territorio straordinario in cui sperimentare nuove attitudini per recuperare sguardi più consapevoli.
Un contesto ricco di sollecitazioni in cui maturare uno ‘sguardo critico’ che non si ferma alla superficie ma che sa scegliere, che sa interpretare. Che torna a essere protagonista attivo e non solo consumatore compulsivo e passivo di immagini.
In questo senso, il museo può diventare un altrove, un luogo di riflessione e di crescita personale, dove vivere in piena presenza, un nuovo rapporto con le immagini e una nuova attenzione nella vita quotidiana.