Considero il museo contemporaneo uno spazio pubblico essenziale, luogo sociale di confronto e dibattito intorno alla storia e al presente.
Tra le istituzioni culturali del nostro tempo rappresenta probabilmente lo spazio più promettente in cui cultura e persone si possono incontrare.
I musei che si riconoscono in questa missione possono accogliere un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo, ma per farlo bisogna fare lo sforzo di emancipare il concetto di museo da quell’aura di ambiente elitario, di contesto dedicato agli addetti ai lavori.
I musei contemporanei possono interpretare il proprio ruolo di piazze aperte alla comunità, spazi di libertà che animano il dibattito, che attraversano la complessità, ibridano i linguaggi, per costruire una cultura condivisa e plurale.
Non solo luoghi di conservazione, approfondimento e divulgazione scientifica, ma aperti al dialogo con le comunità, musei che possono ospitare una pluralità di eventi e situazioni per dialogare con le questioni più urgenti del nostro tempo.
Affinché tutto questo si realizzi mi sembra importante cominciare come sempre dai più giovani, costruire un pubblico aperto e curioso, a partire dai bambini, creando proposte per il pubblico
adolescente e delle famiglie senza trascurare qualsiasi altro tipo di pubblico, perché è un museo è per tutti quando è un museo di tutti.
In questa sfida per aprire maggiormente i musei alla società, un ruolo determinante è nelle mani del pubblico stesso. Un pubblico che abita il museo contemporaneo, che sa approfittare di questi
formidabili spazi pubblici come opportunità per compiere esperienze diverse, di crescita culturale, di approfondimento e di piacere.
Nel prossimo futuro l’auspicio è che il museo eserciti con maggiore consapevolezza l’azione educativa, un ruolo strategico importantissimo per la capacità di ricercare, progettare, gestire,
comunicare e realizzare molteplici attività per migliorare i processi cognitivi, esperienziali ed emozionali di tutti i pubblici.
Per far ciò è urgente definire la professione e il ruolo di educatrici e educatori del museo, operatrici e operatori didattici, mediatrici, mediatori e guide museali, affinché agiscano con maggiore
impulso il ruolo fondamentale di relazione tra museo e persone.
Poiché l’azione educativa del museo coincide con il museo stesso, è necessario considerare le professionalità del servizio educativo non secondarie e marginali nella programmazione del museo
ma un settore di ricerca fondamentale, il centro autentico del rapporto con tutto il pubblico.
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