Questo tipo di rapporto con le immagini condiziona inevitabilmente il nostro sguardo, e soprattutto quello dei bambini e delle bambine, che è diventato sempre più abituato a visioni passive, superficiali e distratte.
L’esperienza dell’arte nelle sale del museo, può rappresentare invece l’opportunità di sperimentare un’attenzione più profonda e vivere un’esperienza di osservazione intensa. Non si tratta di contemplare le opere ma di costruire un nuovo rapporto con l'immagine.
Il museo può essere protagonista di un’azione pedagogica orientata al vedere, per rilanciare le potenzialità dello sguardo, per restituire centralità al soggetto che osserva. Fare esperienza dell'arte significa viaggiare nel tempo e nello spazio, muoversi liberamente avanti e indietro attraverso ogni sorta di confine - tra culture diverse, per esempio, o tra il mondo reale e il mondo della fantasia. Avere a disposizione immagini ricche di senso, come fotografie, dipinti o sculture rappresenta l’occasione per sperimentare un nuovo modo di osservare.
Il museo d’arte rappresenta uno spazio protetto, un “altrove” lontano dal consumismo visivo a cui gli sguardi dei bambini si sono abituati.
Il territorio d'interazione intorno alle immagini dell’arte ci offre un mondo di opportunità educative in cui sperimentare con i più piccoli la bellezza di travalicare la superficialità, per superare il consumo compulsivo di immagini che caratterizza la quotidianità e vivere uno spazio di osservazione più significativo. Offrire l'occasione per lasciare che la mente immagini, divaghi, rifletta, mentre lo sguardo curioso osserva e lascia giungere a sé l’immagine.
ll tempo è un concetto rilevante in tutte le esperienze estetiche. Nel museo con i bambini è possibile fare un’esperienza del tempo di osservazione molto intensa. Sperimentare un tempo esteso per sviluppare uno sguardo più presente, cioè attivo e consapevole. Nell’esperienza dell'arte è più opportuno soffermarsi a lungo su poche opere, piuttosto che osservarne tante con fretta o superficialità. Sostare con le immagini - chi lavora con i bambini al museo lo sa bene - produce domande, muove i pensieri, mescola le emozioni. Osservare intensamente un’opera insieme a un gruppo di bambini, attraversarne la complessità, diventa così l’occasione per costruire una tessitura interpretativa collettiva in cui lo sguardo e la sensibilità di ognuno contribuisce a far crescere, per tutti, il senso di ciò che si osserva e si scopre. Osservare attentamente significa lasciar giungere a sé tutte le possibilità comunicative delle immagini e nel contempo valorizzare il personale modo di vedere di ciascuna persona, un punto di vista unico, effetto della combinazione di sensibilità, memorie, intuizioni.
Percezione
L'arte è il contesto ideale per vivere un'intensa esperienza estetica di percezione, per questo viene spesso utilizzata la metafora dell’arte come specchio, nel senso che di fronte all’opera ognuno può riflettersi, cioè può ritrovare se stesso e il proprio modo di essere.
Ma questa dimensione percettiva orientata all'introspezione non è la sola possibilità, infatti l'opera d'arte è anche una finestra, un varco straordinario che si apre verso altre realtà, affacciarsi permette di vedere oltre, per esplorare tempi e mondi poetici, lontani, immaginari.
Con i bambini e le bambine è importante evitare sguardi statici e contemplativi, ma allora come rendere dinamica e partecipativa l’osservazione delle opere?
Come generare uno sguardo attivo per superare la dimensione di spettatori passivi?
In altre parole, come favorire uno sguardo che torna ad essere capace di stupore?
Per osservare in modo attivo basta essere curiosi e usare l'immaginazione
Le attività che possono essere messe in gioco per generare uno sguardo partecipativo sono molteplici. La più semplice e immediata è probabilmente il disegno. Per vivere insieme ai bambini esperienze più ricche di senso mentre si visita una mostra o si osserva un dipinto basta offrire strumenti grafici per lasciare fluire l'immaginazione o per prendere appunti visivi. Offrire una sessione di disegno libero di fronte a un’opera è un’opportunità creativa per esercitare uno sguardo vivace che traduce in segno ciò che vede. Disegnare favorisce l’osservazione attenta e consente di esercitare un codice espressivo semplice e molto familiare ai più piccoli.
Tableau vivant (quadri viventi)
È una modalità ludica e divertente che consiste nel replicare con il proprio corpo i soggetti raffigurati nelle opere. Quello che apparentemente sembra un semplice gioco però rappresenta un importante esercizio di osservazione che consente di cogliere maggiori dettagli e comprendere su piano più coinvolgente la struttura dell’opera. Non si tratta di ricostruire fedelmente atmosfere e costumi ma di osservare bene per impersonare al meglio le pose, i gesti e le espressioni dei soggetti rappresentati. Le neuroscienze confermano che attivare le aree senso-motorie del cervello durante l'osservazione contribuisce ad attivare una presenza maggiore, un coinvolgimento più attivo.
Esperienze di interazione sinestetica
Le opere d’arte sono statiche e silenziose, ma cosa succede se aggiungiamo il suono? Lo spazio sonoro è molto coinvolgente, il suono è capace di muovere emotivamente le immagini. Osservare un dipinto e sonorizzarlo è un modo per costruire un’atmosfera più coinvolgente intorno all’osservazione, il suono infatti sostiene e muove lo sguardo.
Questa possibilità può essere esplorata in tanti modi diversi: ascoltare musiche contemporanee al dipinto per arricchirlo di suggestioni, per esempio si potrebbe osservare un dipinto del Rinascimento e accompagnarlo con musiche rinascimentali, oppure creare una playlist di musiche in cui sono i bambini stessi a scegliere le musiche più calzanti da abbinare a ciascuna opera, e così via. Si tratta di esplorare le possibilità tra sonoro e visivo per creare sinestesie che rendano l’esperienza dell’arte letteralmente più coinvolgente.
Chiudere gli occhi
Sembra paradossale ma per rilanciare tutte le potenzialità dello sguardo a volte è sufficiente chiudere gli occhi. Questa attività può essere sperimentata facilmente in gruppo oppure in famiglia. Si tratta di tenere gli occhi chiusi mentre qualcuno descrive accuratamente il soggetto di un dipinto. Quando rinunciamo al nostro senso più importante, quello che porta maggiori informazioni alla conoscenza, la vista, si apre immediatamente uno spazio infinito per l'immaginazione, si accede al proprio repertorio di immagini interiori, si riscopre il piacere di rappresentare con la fantasia, per poi tornare a vedere con più slancio e interesse l'opera descritta.
É importante considerare il potere evocativo della parola nella descrizione formale degli aspetti visibili dell'immagine, curare il linguaggio, adoperare tutte le sfumature e la ricchezza della lingua per dipingere un'immagine nella fantasia oppure per supportare uno sguardo curioso a vedere di più.
Per concludere
Queste note sono un invito per i docenti e le educatrici del museo che vogliono immaginare nuove possibilità per fare esperienza delle immagini, nelle aule della scuola, nelle sale del museo o in altri contesti educativi. Uno spunto per sperimentare nuove azioni per superare la superficialità e sviluppare sguardi più curiosi. L'educazione estetica è proprio questo, prendersi cura dei sensi, affinarli, migliorarli, per consentire ai piccoli e ai grandi di guardare il mondo con occhi nuovi e curiosi.