Un museo dovrebbe interpretare il ruolo di ‘spazio sociale’, accogliente e inclusivo, in cui ciascuna persona, con la propria sensibilità ed esperienza, può trovare stimoli per comprendere e interpretare al meglio il proprio tempo.
Un museo è davvero uno spazio inclusivo quando è capace di eliminare le barriere, fisiche, sociali e culturali, offendo a tutti le migliori condizioni per vivere l’esperienza dell’arte.
Tra le istituzioni culturali, il museo contemporaneo è il luogo ideale per consolidare il rapporto tra cultura e società, generando uno scambio significativo tra cultura e persone. Un incontro che talvolta può essere trasformativo.
Dal 18 maggio 2020, finalmente, i musei torneranno ad essere luoghi da abitare e non più solo schermi per visite virtuali o altre attività surrogate.
Questa situazione ci offre un nuovo spazio di opportunità. Se i musei contemporanei vogliono essere protagonisti del cambiamento, individuale e sociale, dovranno estendere i loro orizzonti di ricerca dall’ambito strettamente conservativo ed espositivo verso l’ambito educativo, per conoscere ed accogliere un pubblico più numeroso ed eterogeneo a cui offrire strumenti di conoscenza per attraversare la complessità.
Ogni trasformazione socioculturale comporta la responsabilità delle persone, dunque il risultato dipenderà da noi professionisti impegnati nella cultura.