Il percorso è cominciato nel fresco cortile esterno con una seduta di Mindfulness per rilassarci col suono della campana tibetana e prepararci all’ingresso nella sala espositiva.
Avevo preparato un ambiente accogliente con le sedie per tutti, per invitare a sguardi curiosi e offrire un tempo piacevole a contatto con la parete che ospita i manufatti votivi etruschi.
Con la compagnia del sorriso di Apollo di Veio abbiamo intrecciato sguardi e sensibilità molto diverse.
Al termine del percorso abbiamo fatto insieme una bella merenda all’aperto per salutarci.
Le parole più importanti sono state “ascolto” e "benessere".
È stata un’immersione nelle differenze, un confronto intenso con altri modi di essere, l’incontro con un’umanità fragile ma piena di entusiasmo per la bellezza delle piccole cose.
Grazie all’impegno di chi ci crede, il museo può essere un luogo amichevole che abbraccia un pubblico speciale affinchè nessuno resti fuori.
L’iniziativa è parte del progetto:
“Per-corsi solidali tra archeologia e natura a Veio: buone pratiche e condivisione per la valorizzazione del territorio” curato da Archeoclub di Formello.
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